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Riforma del catasto in arrivo

03/09/2020

Il catasto italiano è l’inventario dei beni immobili presenti nel territorio dello Stato. Si tratta di un registro che sconta una lunga tradizione e per questo si sente viva l’esigenza di un suo adeguamento ai mutamenti che hanno interessato il tessuto economico e sociale.

Ciò in quanto gli estimi catastali sono fermi nella loro definizione al 1939 e nella loro determinazione al 1991.

Un tentativo di riforma si è avuto con la legge delega 23/2014, ma purtroppo è rimasto incompiuto trovando solo una parziale attuazione nel d.lgs. 198/2014.

Anche alla luce delle numerose proposte di legge sull’ argomento, si è resa auspicabile una riforma del catasto volta a semplificare e a rilanciare il settore edilizio. Per questo è stata istituita un’apposita Commissione bicamerale di vigilanza sull’anagrafe tributaria che ha completato il suo lavoro a fine gennaio 2020.

Riforma del catasto: le proposte della Commissione di vigilanza

La Commissione ha valutato l’opportunità di una riforma della fiscalità immobiliare in un’ottica di equità, semplificazione e rilancio del settore. Sarà ora il Governo, impegnato nella predisposizione della riforma fiscale, a valutare le corpose e dettagliate linee guida offerte dalla Commissione di vigilanza affinché venga realizzata una riforma del catasto italiano.

La Commissione ha preso le mosse da una “obsolescenza del sistema estimativo catastale”, ormai non più adeguato all’attuale contesto, molto diverso rispetto al passato.

L’obiettivo è quello di raggiungere una maggiore equità mantenendo invariato il prelievo fiscale complessivo. Per farlo, si ritiene opportuno procedere con interventi graduali e prevedendo anche un coinvolgimento diretto del cittadino.

Anagrafe immobiliare integrata

La Commissione sottolinea l’importanza di completare l’allineamento dei dati catastali, mettendo a disposizione adeguate risorse all’Agenzia delle Entrate che sta portando a compimento il progetto dell’anagrafe immobiliare integrata.

L’obiettivo finale è quello di arrivare ad un “cassetto fiscale dell’immobile” che metta in rete le banche dati esistenti presso le varie istituzioni, al momento scarsamente dialoganti tra loro.

Dai vani ai metri quadrati

Nel quadro della riforma delineato dalla Commissione viene ritenuto fondamentale il passaggio della consistenza da vano a metro quadro. In generale, si ritiene di dove dare piena attuazione all’art. 3 del DPR 138/98 definendo quale unità di misura il metro quadrato catastale al posto delle attuali tre unità di consistenza (vano, mq. e mc.).

Ancora, il testo punta a superare il criterio esclusivamente statistico nella definizione della rendita proprio dell’ipotesi di revisione del sistema estimativo catastale formulata dalla legge delega del 2014

Cedolare secca anche per i negozi

Quanto alle altre misure sulla fiscalità immobiliare, la Commissione mostra il suo apprezzamento ad alcune iniziative volte alla riqualificazione del patrimonio immobiliare tra cui, ad esempio, la norma che disciplina le agevolazioni fiscali per l’acquisto dei fabbricati esistenti da parte delle imprese, il bonus facciate, la deducibilità integrale dell’IMU sui fabbricati strumentali all’attività di impresa.

Si auspica, però, la stabilizzazione di tali misure, in quanto ciò potrebbe spingere al rilancio del settore immobiliare. A tal proposito, si sottolinea anche l’opportunità di estendere il regime della cedolare secca, non solo ai negozi, ma anche alle abitazioni, agli immobili commerciali, ai Comuni non ad alta tensione abitativa nonché a tutte le tipologie di affitto, comprese quelle “transitorie”.

Semplificazione e IMU precompilato

Per quanto attiene al tema della semplificazione, nonostante alcuni interventi positivi (come l’accorpamento di IMU e TASI), si evidenzia come appaiano ancora eccessivi gli adempimenti e le aliquote con cui il contribuente è costretto a confrontarsi.

Completate le riforme strutturali relative alla piena conoscenza dei dati degli immobili, l’idea allo studio sarebbe quella di arrivare a un IMU precompilato che, come già avvenuto per il reddito delle persone fisiche, possa raggiungere lo scopo, per l’Agenzia delle Entrate e per i comuni, di poter contare su entrate certe ed esigibili e per i cittadini rappresentare una minore fonte di burocrazia.

Cassetto del fabbricato

Sarebbe inoltre plausibile, in un’ottica di completa operatività e interfaccia delle banche dati, integrate da un contributo diretto da parte dei cittadini proprietari di immobili, ottenere, da un lato, la piena disponibilità operativa del cosiddetto “cassetto del fabbricato” consultabile facilmente per ogni esigenza, e dall’altro eliminare gran parte delle storture del sistema che oggi rendono assolutamente non comparabile il valore catastale con il prezzo effettivo degli immobili.

Fonte: casa.it Settembre 2020

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