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Qualità della vita: Milano al primo posto per il secondo anno. Il capoluogo lombardo è la città italiana dove si vive meglio.

03/01/2020

Oggi vogliamo approfondire una notizia che negli ultimi tempi è rimbalzata sulle prime pagine delle maggiori testate nazionali. Il fatto, nudo e crudo, è questo: Milano è la prima città in Italia per la migliore qualità della vita. E ciò accade per il secondo anno consecutivo. Chi lo dice? Un’approfondita indagine del Sole 24 Ore, che ormai si svolge da trent’anni e misura il benessere delle città metropolitane e delle province italiane. Perché parliamo di questo? Perché la qualità della vita dipende anche dalla modalità abitativa delle persone e dai piani di sviluppo immobiliare che vengono attuati o meno all’interno delle comunità. Infatti, anche se ci dispiace dirlo, un conto è vivere in una modesta abitazione in un piccolo paese senza infrastrutture e servizi, un conto è vivere agiatamente all’interno di una metropoli che garantisce ai suoi abitanti uno stile di vita più semplice e allo stesso tempo più gratificante. Naturalmente la qualità della vita dipende anche da molti altri fattori, tanto che lo studio si è avvalso di ben novanta indicatori per misurarla, suddivisi in sei macro-categorie tematiche: Ricchezza e Consumi, Affari e Lavoro, Demografia e Società, Ambiente e Servizi, Giustizia e Sicurezza e infine Tempo Libero. Pensate che fino allo scorso anno questi indicatori erano soltanto quarantadue e sono perciò più che raddoppiati: alcuni sono nuovi, come l’indice del clima o quello dell’imprenditorialità giovanile. Altri sono stati potenziati, come l’indice del tempo libero, che quest’anno ha tenuto conto per la prima volta della diffusione di palestre, biblioteche e strutture ricettive sul territorio. Tra le novità che riguardano anche il settore immobiliare segnaliamo, all’interno della macro-categoria Ricchezza e Consumi, i valori sull’indebitamento delle famiglie, le rate dei mutui e il tasso di rischio dei finanziamenti. Dagli indici passiamo ai pollici in su: quelli per Milano, che sbaraglia la concorrenza in virtù di cinque fattori. Primo: l’aumento dei residenti, che sono in continua crescita dal 2012, in controtendenza rispetto ad altre città. Secondo: l’offerta culturale particolarmente ricca. Terzo: i piani di sviluppo della periferia. Quarto: la locomotiva imprenditoriale che genera lavoro e ricchezza. Ultimo ma fondamentale fattore: lo stile di vita sempre più verde e smart, tanto che il capoluogo lombardo nel 2019 è in prima posizione nell’ICity Rank, l’indice di ForumPa che valuta le città intelligenti. Ci soffermiamo un momento su questo aspetto solo per fare due esempi di iniziative virtuose: il Bosco Verticale e i servizi di mobilità sostenibile. Se il primo è stato da poco riconosciuto dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat come uno dei cinquanta grattacieli più iconici degli ultimi cinquant’anni, i servizi di car sharing milanesi sono i più diffusi in Italia, con 24,3 vetture ogni 10.000 abitanti. Quindi Milano ottiene la prima posizione nella classifica generale, ma anche il primato nella categoria Affari e Lavoro, il secondo posto nella classifica di tappa Ricchezza e Consumi e il terzo posto in Cultura e Tempo libero. Però non è tutt’oro quel che luccica. Infatti la città non brilla per sicurezza, a causa dell’elevato numero dei reati denunciati. Senza contare che ci sono anche altre realtà che ottengono ottimi risultati, prime tra tutte le provincie autonome di Bolzano, Trento e Aosta. In particolare, dopo Milano ai vertici della classifica per la migliore qualità della vita vediamo anche quest’anno le piccole località dell’arco alpino. Ogni provincia può vantare un primato in una o più categorie. Ad esempio, se Bolzano svetta in Demografia e Società, Trento si distingue in Ambiente e Servizi e Aosta in Ricchezza e Consumi. Sono realtà di piccole dimensioni che vincono per l’efficienza e, oltre a funzionare bene, possono fare affidamento su una gestione autonoma a livello provinciale. Tornando alle grandi città, sono in molte a ottenere risultati decisamente positivi. Nella top ten di quelle più vivibili, dopo Milano, Bolzano, Trento e Aosta vediamo Trieste, Treviso, Monza e Brianza, Verona, Venezia e Parma. Ma anche andando più a sud e scendendo un po’ nella classifica, l’indagine del Sole 24 Ore fotografa performance positive per tutte le grandi città della Penisola, fatta eccezione per Bologna che registra un leggero calo. Ad esempio Roma, anche se al diciottesimo posto, sale di tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno. In crescita anche Cagliari, Genova, Firenze e Torino. Anche città del Meridione segnano una forte ripresa: Napoli, pur essendo nella metà inferiore della classifica generale, rispetto alla passata edizione dell’indagine può vantare una salita di tredici posizioni. E anche Bari è in ripresa di dieci posizioni. In ogni caso, purtroppo, il divario tra Nord e Sud non si estingue ancora: come emerge da decenni dalla ricerca sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, la coda della classifica generale si concentra sul Mezzogiorno con città come Enna, Foggia, Crotone e Caltanissetta, all’ultimo posto. E il gap emerge in modo particolare se si analizzano le performance su base regionale: sul podio trionfano il Trentino Alto Adige, la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia, seguite dal Veneto che è presente nella top ten con tre province, dall’Emilia Romagna in crescita specialmente nella classifica di tappa Affari e Lavoro e dalla Lombardia. In fondo alla classifica delle regioni, invece, ci sono nell’ordine la Calabria e la Sicilia, dove tutte le province perdono terreno. La sfida per il futuro, perciò, è quella di ridurre la forbice che da troppo tempo divide in due il Paese.

Fonte: blog.immobiliare.it

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