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Gli inquilini ideali? Studenti meglio di turisti e famiglie; Secondo un’indagine commissionata da Uniplaces, lo pensa un intervistato su due.

18/04/2018

Gli studenti sono gli inquilini preferiti dai proprietari. Meglio anche dei turisti, nonostante il boom degli affitti brevi che secondo gli operatori garantiscono, soprattutto in alcune zone centrali delle città d’arte, una redditività sopra la media. Secondo un’indagine commissionata da Uniplaces, lo pensa un intervistato su due. Per correttezza va subito precisato che il committente non è proprio “imparziale”, dato che si tratta di una piattaforma specializzata nell’offerta abitativa per studenti. «Vero che gli intervistati sono 160 proprietari già iscritti alla piattaforma e quindi propensi al mercato studentesco – puntualizzano da Uniplaces – ma questi potrebbero passare al turistico alla prima occasione o appena si libera l’appartamento». Del resto accanto al 46% che preferisce “solo studenti”, c’è una pari quota di chi si dice pronto ad affittare ad entrambe le categorie (e solo il 6% ha optato esclusivamente per i turisti). I vantaggi: meno ricambio e canoni elevati Il vantaggio per i proprietari è avere una maggiore certezza sul reddito da locazione per un periodo medio-lungo: il tasso di occupazione è infatti più elevato rispetto al turistico e la morosità degli studenti è più bassa rispetto a quella delle famiglie. Il tutto senza dover continuamente gestire l’alloggio tra un ospite “provvisorio” e un altro. Inoltre gli studenti garantiscono la possibilità di liberare in un tempo relativamente breve l’appartamento in caso di necessità (per esigenze personali o se si decide di vendere). Il mercato studentesco, inoltre, garantisce un’elevata occupazione della casa – anche a causa della scarsa offerta di campus e student housing – e gode di canoni che stanno crescendo di più (+4% nel 2017) rispetto agli affitti tradizionali. Secondo immobiliare.it, una camera singola in Italia costa in media 416 euro al mese, con picchi di 528 euro a Milano e 439 a Roma. E dove ci si accontenta di canoni più bassi si può optare per il contratto concordato che consente di pagare solo il 10% sull’incassato grazie alla cedolare secca agevolata. I timori di chi affitta Tornando all’indagine Uniplaces, la principale preoccupazione prima di mettere in affitto la proprietà è l’impossibilità di trovare inquilini, problema nei fatti smentito, in quanto per 3 su 4 è stato poi facile trovarli. Seguono i dubbi di carattere legale e fiscale, che se sommati alle preoccupazioni sulle procedure, riguardano il 40% degli intervistati. Oltre 26% teme di aver problemi con gli inquilini. «Nonostante la maggioranza degli intervistati non abbia mai riscontrato problemi con gli inquilini – si legge in una nota – la principale causa di problemi è dovuta a danni alla proprietà, seguita dai ritardi nei pagamenti e dai reclami dei vicini. In quanto al tipo di brutta esperienza, quasi il 10% di chi affitta si è ritrovato la casa distrutta e circa la stessa quota ha smesso di pagare». Costi accessori e gestione Poco meno del 40% di chi affitta spende un massimo di 50 euro tra pulizia, consegna delle chiavi ed eventuale bucato. Oltre il 30% sborsa tra 50 e 100 euro, mentre appena il 15% va oltre i 150 euro. Il 30% dei proprietari incontra i propri inquilini almeno una volta al mese, poco più del 18% li vede soltanto al momento della consegna delle chiavi. Rispetto a chi gestisce l'appartamento, oltre il 90% lo fa in prima persona e meno del 6% delega il lavoro a figli o nipoti. Circa il 70% di chi affitta possiede soltanto un appartamento, mentre chi ne possiede almeno due è appena il 16%. Circa il 38% delle proprietà ha oltre 40 anni, mentre il 15% degli appartamenti ha tra i 30 e i 40 anni. Le proprietà più recenti ovvero con meno di 5 anni sono circa il 19%. Oltre il 75% dei proprietari non ha acquistato l’appartamento per darlo in affitto: il 33% l’ha ereditato e il 42% l’ha comprato originariamente per uso personale. Solo il 16% ha acquistato una proprietà considerando l’affitto un’attività redditizia, mentre l'8% lo ha fatto in quanto investimento di lungo termine. Gestione del prezzo Secondo il sondaggio, «circa il 40% non cambia il prezzo nell’arco dell’anno» (i contratti sono in genere tra i 6 mesi e l’anno), mentre «il 18% cambia il prezzo in base al tipo di camera a disposizione». Si tratta comunque di un elemento che «non risulta essere determinante riguardo alla capacità di attrarre inquilini: il 75% dei proprietari – sottolineano da Uniplaces –non ha mai dovuto modificare il prezzo dell’affitto per rendere la proprietà più interessante e ha sempre avuto facilità nel trovare inquilini. Ad ogni modo la maggior parte lo ha modificato al cambio degli inquilini.

Fonte: Sole 24 ore 

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